Massimo Lietti nasce a Milano il 13 aprile del 1966. Dopo la laurea in Economia presso l’Università Commerciale L. Bocconi, ha iniziato la sua attività di broker assicurativo. Ha vinto numerosi premi letterari e pubblicato le sue poesie in numerose riviste e antologie letterarie. Nel luglio 2005 ha pubblicato “Il sorriso di Italo” una raccolta di poesie e racconti per la Otma edizioni, Milano. Nel novembre 2007 ha pubblicato “Il respiro leggero del domani” una raccolta di poesie per Il Filo, Roma.

I pensieri poetici di Massimo Lietti spalancano -con tocco leggero e sicuro- universi di ricercata cristallinità, microcosmi di fresci colori e aurore che ancora attendono vita in mai abitate stagioni d’amore. Le rime in prosa poetica, dal linguaggio essenziale sempre inseguito, ben sviluppano con particolare accento il phatos dell’Autore…

Paolo Gadaleta

IL SORRISO DI ITALO

L’autore di questo splendido e pregiato libro è Massimo Lietti, personaggio eclettico, brillante e carico di estro creativo, ma soprattutto, si può affermare con certezza che la sua mente ha lasciato un segno importante In questi versi.

Infatti ha saputo dosare la sua parte poetica con una cascata di poesie e la sua parte di scrittore con l’intensità della narrativa, da Joyce a Kafka.

Ha messo in luce una grande conoscenza e padronanza del lessico propria anche delle avanguardie costruttive e futuristiche, si è avvicinato progressivamente all’esperienza razionalista con una chiave di lettura attenta e profonda.

Sono poesie e storie che parlano della sua esistenza, prendono corpo dalla sua immagine riflessa e propongono il bisogno che abbiamo di Dio, e vorrebbero poter benedire il nostro mondo che oggi piange suo Padre Papa Giovanni Paolo II (v. poesia Giovanni Paolo II – pag 44). Parla della Madre Terra (metaforicamente è la vita) che ci insegna a non aspettare il momento in cui veniamo a  mancare per cercare Dio e per dare quello che è nelle nostre disponibilità a chi ha bisogno; ci insegna a debellare la superbia, a vivere l’attimo (v. poesia VIVERE L’ATTIMO – pag.28) e ringraziare quotidianamente le opportunità che ci vengono offerte (v. poesia PROFUMO – pag.51).

Tutto questo è messo in luce con una grande conoscenza e padronanza del lessico che fa del sentimento poetico anche un’esperienza razionalista vissuta con una lettura della realtà attenta e profonda, dedita all’ amore (v. poesia MAI SMETTERO’ D’AMARTI – pago 36) e alla mobilità della fantasia (v. poesia FANTASIA – pago 39).

I racconti sono storie che si leggono con entusiasmo; essi ironizzano sulla quotidianità, ma diventano elementi metaforici e potenti perché carichi di quel fascino che colpisce la nostra mente immaginativa.

La parola stessa sembra evocare universi astratti ed elettrizzanti, capaci di illuminare il più profondo intimo e rivelare così il nostro futuro.

Sono, però, tutti sentieri che tracciano la via della verità e offrono la possibilità di svelare l’enigma della storia dell’Umanità.

Anche se ciò appare eccessivo, anche tralasciando l’enfasi retorica, questi versi, queste parole sono capaci di eliminare le difficoltà psicologiche che molte volte si presentano nella comprensione del nostro vissuto e dei segni che lascia per farli da noi interpretare.

Quel Dio, spesso cercato nei versi delle poesie, nei racconti si fa ancora più presente con la sua morale che è sempre quella della riconquista dell’ eternità perduta.

C’è un dato curioso ed importante che va sottolineato, si può senz’ altro dire che la scrittura nasce contemporaneamente alla poesia senza che essa sia un esito, come di solito avviene.

Ciò vuol dire che ci troviamo di fronte ad un personaggio raro, egli è un gigantesco turbine che documenta l’integrarsi della poesia con la scrittura, anziché trovarsi di fronte ad una scelta che potrebbe imprigionare l’una o l’altra vocazione.

L’autore non è uno scrittore domenicale. Si vede che ha alle spalle un retroterra di letture che hanno formato prima il suo bagaglio culturale e poi la possibilità di utilizzarlo per la decifrazione del proprio mondo.

E’ un mondo che richiede statura questo.

Il nostro autore non si accontenta e pretende, come si può vedere dall’esergo dopo la dedica. Vuole Eroi, Essere per poter essere abitato.

Vuole Padri.

Infatti, il suo libro è dedicato al padre, come a richiamare un’ eredità forte di comprensione che Massimo Lietti vuole continuare.

Non è un intimista, chiuso nel suo dolore o nella sua gioia privati. Solleva ogni tematica intimista a tematica  universale e con questo permette a chi lo legge non solo di capire il sentimento di chi scrive, ma anche il proprio personale.

Così il libro diventa sia un’esperienza di lettura che di cultura, ma, soprattutto, un’analisi individuale visti i temi fondamentali che tratta capaci di scoprire in noi gli

interrogativi che sempre abbiamo aperti, ma che tendiamo nel quotidiano a scansare perché richiederebbero troppe energie di comprensione.

Così, a questo autore, quasi gli siamo grati perché ci riimmette nella Grande Domanda (la vita e la morte) che ci tormenta sempre e che tutti abbiamo in noi senza banalizzare una risposta che, alla fine, non c’è.

Principia Bruna Rosco

05 novembre 2005

 

 

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